"L'agitazione dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto di lavoro mette in luce un vecchio problema: il mercato globale fa fatica a muoversi rispettando regole locali. Un dato basta per tutti: la cassa integrazione guadagni nella maggior parte delle province del nord è aumentata di 20 volte negli ultimi 5 anni, questo è il brutale indicatore di un settore che non riesce a reggere il confronto sul mercato e sull'esubero.  Il rinnovo contrattuale diventa un palliativo se non si rivede la contrattazione a livello locale e aziendale, svincolata da quella nazionale. I nostri salari sono i più bassi rispetto a quelli europei perchè il nostro rapporto di lavoro è caricato di  un contributo assicurativo, questo costo in Italia è molto più alto rispetto agli altri paesi europei. Perciò si pone come scelta prioritaria, per le aziende che volessero investire nel nostro paese e per la vitalità dell'occupazione, l'introduzione di una contrattazione variabile  in relazione ai risultati. La realtà  è che oggi i lavoratori sono molto più capaci di gestire i propri interessi di quanto non pensi il sindacato, il mercato del tempo del lavoro, quando lo si lascia funzionare, nella stragrande maggioranza dei casi funziona molto bene. Invece di esercitare suoi lavoratori una "patria potestà " che non gli compete, il sindacato dovrebbe occuparsi di difendere la libertà  effettiva: se l'imprenditore è competente e affidabile, perchè impedire ai lavoratori di stipulare con lui una scommessa sul futuro? "Â
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Gianfranco Leonarduzzi  membro del Comitato nazionale Radicali Italiani - Rosa nel Pugno