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La Rosa nel Pugno: il programma per le elezioni comunali di Roma
28 e 29 maggio 2006

Con Veltroni, laicamente

 

La Rosa nel pugno sostiene a Roma con una propria lista, capeggiata da Emma Bonino, l’Unione di centro-sinistra e il sindaco Veltroni. Lo fa laicamente: non solo per difendere i principi e i contenuti della laicità che a Roma, per la presenza e i condizionamenti dei poteri e degli interessi temporali della Chiesa, hanno una importanza e un valore particolari, ma anche perché rivendica il suo diritto-dovere di contribuire autonomamente, e se necessario  criticamente, alla amministrazione e allo sviluppo della nostra città.

Non vogliamo elencare i problemi che ogni cittadino conosce benissimo (trasporti e rete metropolitana, sicurezza stradale, assistenza ad anziani e disabili, asili nido, riqualificazione delle periferie, rapporti fra Amministrazione  e cittadini, soluzione del problema dello smaltimento dei rifiuti e della localizzazione e costruzione del termovalorizzatore, per indicarne solo alcuni). Ciò che soprattutto ci interessa è la ricerca della loro possibile soluzione. Preferiamo perciò indicare con chiarezza agli elettori i criteri e i comportamenti a cui ci atterremo nei prossimi cinque anni per affrontarli e contribuire a risolverli, in un rapporto di leale collaborazione con il sindaco e le altre forze politiche che lo sostengono.

Al primo posto collochiamo lo sviluppo della democrazia civica. Non si possono migliorare i servizi pubblici e la qualità della vita senza che i cittadini siano informati delle attività della amministrazione in un rapporto di scambio in cui essi, singolarmente e collettivamente, siano in grado di rappresentare le loro esigenze e l’amministrazione sia tenuta a rispondere delle proprie scelte e delle proprie eventuali carenze. E su questo c’è molto da fare, sia per quanto riguarda l’informazione, anche attraverso l’accelerazione e il potenziamento dell’informatizzazione dei servizi, sia e soprattutto per quanto riguarda la trasparenza del dibattito politico sulle grandi scelte che ha di fronte la nostra città.

Sappiamo d’altra parte che, se è giusto governare con il massimo di consenso, ogni reale scelta di cambiamento che tenga conto degli interessi generali  e dello sviluppo di Roma come ogni politica di ripristino e affermazione della legalità, non possano essere bloccate da interessi particolari e corporativi, interni ed esterni alla amministrazione. Opereremo con rigore perché questo accada e perché  a nessun gruppo d’interesse sia riconosciuta una sorta di diritto di veto: che si tratti di ambiente o di vigilanza , di trasporto pubblico o di arredo urbano.

Riteniamo infine che la nostra città soffra ancora di mancanza di progettualità, senza la quale non si può costruire nulla per il futuro e ogni programma è destinato ad essere ritardato e vanificato dalle pastoie burocratiche e dalla gestione quotidiana. Non c’è progettualità senza definizione di responsabilità, strumenti, tempi, mezzi finanziari e obiettivi; e senza progettualità è vano sperare che Roma possa affrontare i grandi temi della sua modernizzazione: dall’urbanistica, alla grande rete ferroviaria e metropolitana, dalla salvaguardia dell’ ambiente e dallo smaltimento dei rifiuti a un rapporto reale di sinergia fra ricerca, sviluppo e politica del lavoro.



Sulla base di questi criteri, gli eletti della Rosa nel pugno si impegnano sulle seguenti priorità:


1.                          Affermare e sviluppare il principio della laicità nella vita e nella cultura della città, senza autocensure e subalternità. In particolare nell’oggi introducendo, come già avviene in altri trecento comuni italiani, il registro delle unioni civili; potenziando l’agenzia comunale delle tossicodipendenze con la sua affermata politica di riduzione del danno; garantendo sul piano economico una reale parità di trattamento fra operatori commerciali e turistici, privati ed ecclesiastici. E, per quanto riguarda il passato, rompendo l’ignobile cortina di silenzio che  cancella dalla memoria cittadina l’eredità laica e riformatrice di Roma: dalla Repubblica Romana al 20 settembre alle grandi esperienze amministrative delle giunte Pianciani e Nathan.

2.                          Rilanciare il servizio pubblico di trasporti attraverso: un piano che acceleri, anche con il concorso privato, il completamento della rete ferroviaria di superficie e lo sviluppo della rete metropolitana (scandalosamente ferma a 38 chilometri contro gli 85 di Milano e i 236 di Madrid); una riforma del servizio taxi che lo renda accessibile alla generalità dei cittadini in tutte le aree della città; la razionalizzazione dei collegamenti fra i diversi mezzi di trasporto e il completamento e ampliamento dei parcheggi di scambio.

3.                          Decidere in tempi brevi la localizzazione e la costruzione del termovalorizzatore, unico modo  per consentire il completamento del ciclo dei rifiuti e per garantire all’Ama  la necessaria dimensione imprenditoriale.

4.                          Riformare i servizi pubblici con nuovi contratti di servizio, che possano essere conosciuti e verificati da parte dei cittadini e con l’introduzione quando possibile di meccanismi concorrenziali; ridurre e razionalizzare, anche attraverso eventuali nuove privatizzazioni, la proliferazione delle società controllate con annessi consigli di amministrazione, rafforzare il ruolo del difensore civico e dell’agenzia per il controllo della qualità dei servizi..

5.                          Riprendere la strategia di Roma capitale come strumento di collaborazione fra Stato, Comune, Provincia e Regione, unica sede per definire, coordinare, finanziare e realizzare i grandi progetti necessari per la modernizzazione della città e della sua area metropolitana.

6.                          Inserire sempre di più le periferie nel tessuto produttivo e nella vita della città, sostenendo e rafforzando il positivo processo di industrializzazione e di sviluppo con il potenziamento e il coordinamento delle strutture di ricerca e favorendo l’informatizzazione delle aziende e delle famiglie nelle aree  marginalizzate.



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