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sab 27 apr. 2024
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Come si può paragonare l'eutanasia alla pena di morte? La pena di morte non è una scelta personale. L'eutanasia è una scelta personale. Libertà di poter decidere del  proprio corpo donatoci non da un Dio, ma dai nostri genitori.

Gian Luigi Lancia

 

Se c'è una cosa che mi fa impazzire è la prassi del rimando. Ogni volta che si presenta, o ri-presenta, una qualche problematica ostica ad alcuni politici ma pressante per la civiltà inizia la prassi del rimando. Allora inizia il balletto :

- se ne potrebbe discutere...

- non se ne parla proprio, a meno che...

- iniziamo un dibattito nel paese...

e così via mentre il tempo passa, mentre gli appelli di persone come Coscioni o Welby scorrono sui teleschermi fino a spegnersi nel dimenticatoio. Stessa cosa per la ricerca sulle staminali e via discorrendo. Mi accorgo che passano mesi ed anni e tutto è come prima. Inoltre poi ci si accorge che i commenti, sempre di alcuni politici, non rispondono alle esigenze espresse da cittadini, bensì alle loro convinzioni personali, religiose, ideologiche. Sicché il problema di Coscioni ieri o Welby oggi o quello di molti di domani è un problema già risolto nella mente di alcuni politici che si traduce in "Io non voglio trovare un forma - una legge - che dia ascolto a queste istanze perché il mio credo è diverso!". E chissenefrega della civiltà e del rispetto per le altrui sofferenze. E questo succede sia nella "Casa delle Libertà" (Quali libertà?) sia nell'Unione (poco unita). E questo accade su temi ben diversi dall'indulto o dal concedere o meno la grazia a qualcuno, dove, pur non condividendo le posizioni contrarie, si può capire se qualcuno, speriamo in buona fede, tema pericoli per la società con le scarcerazioni. Qui si tratta di cittadini che desiderano solo porre fine alle proprie sofferenze senza mettere in pericolo nessuno ne disturbare chicchessia. In attesa di sviluppi futuri perché non facciamo qualcosa?

Per esempio inviare email, lettere, raccomandate, telegrammi ai vari ministri, onorevoli vari e quant'altri ? Come abbiamo già fatto nel passato : “Radio Radicale”, Radicali italiani, la Rosa nel Pugno (ma esiste ancora?) possono fornirci indirizzi email ed altro ?

Claudio Soldi

 

Ho ascoltato tutto il dibattito svolto alla direzione nazionale della RNP il 22 e 23 scorsi e quando la mattina del 24, nella rassegna stampa di radio radicale ho sentito Daniele Capezzone riferire quanto poco la stampa nazionale avesse riferito in merito al dibattito
svoltosi, liquidandolo solamente come significativo delle incomprensioni in corso tra socialisti sdi e radicali, mi sarei aspettato una critica di Capezzone alla "stampa di regime" incapace di
dare voce ed interpretare un momento della politica italiana che ci riguarda tutti. Incapacità a capire che il fallimento del progetto Rosa n Pugno è un arretramento verso la realizzazione di una sinistra liberale socialista, progetto sì questo che "vola alto", sopra l'incapacità di chi crede, che mantenere la propria identità, precluda il passaggio a momenti di costruzione di assetti partecipativi nuovi nella politica, esigenza sentita da un milione di elettori che
continuano a crederci ma che non si fideranno più di tutti coloro che con enfasi dicono di volere la realizzazione della RNP (Pannella, Capezzone, Bonino ecc.) e poi nei fatti "remano contro"  legati ad una visione oligarchica e non democratica della partecipazione nei partiti.
Paolo Visci

 

Non senza sgomento ho letto che Prodi vuole aiutare la Cina...RIARMANDOLA…Non male per un paese che dei Diritti Civili…li butta nel cesso. Forse questo Governo ha bisogno di più Rose e spine e una ventata di liberalità e laicismo…che tarda a emergere. Non vorrei che la pattuglia Radicale sconfinasse...o rimanesse prigioniera di una ragnatela Prodiana...
Sergio Bruno

 

Con la presente voglio testimoniare la mia massima simpatia umana per Piero Welby e per la sua battaglia per una morte opportuna. Saluti distinti,
Riccardo Canevari

 

“Questo venti settembre” di Francesco Pullia, Oggi è il 20 settembre: OK OK OK E TU DOVE ERI OGGI PULLIA? NON A PORTA PIA!

Mauro Fonzo

 

Cara Valeria, grazie per avere inserito quell'intervento "Il Papa contro Bud Spencer", sono d'accordo anche sulle virgole. E' una delle poche cose che ho visto in giro che prescinde da ideologie e preconcetti quindi mi permetto di suggerirti di farlo girare più possibile perché è veramente ben fatto.
Antonella Laveglia

 

Finalmente Pannella al Senato: a Prodi e Ahmadinejad fa sempre comodo un "giapponese".
Auguri.
Pietro Fanelli

 

Caro Papa Ratzinger, dopo il Suo discorso su Manuele II il Paleologo e l'Islam, contestato dai fanatici orientali e dagli ipocriti occidentali, noi liberali dobbiamo difendere il Suo diritto di pensiero e di parola, come se fosse il nostro. Ma Lei, Santità, si decida: o la secolarizzazione, la perdita del sacro, è un bene che ha reso oggi la Chiesa cristiana più umana, meno invadente e non sanguinaria, grazie al Logos di cui Lei si vanta di fronte all'Islam, e in questo caso Lei deve ringraziare non solo gli antichi filosofi - troppo comodo - ma anche gli illuministi di ieri e di oggi che alla Ragione si rifanno come strumento di libertà; oppure è un male, colpa di quei debosciati, edonisti e materialisti che sono i liberali, i radicali, i miscredenti, gli occidentali in genere. Ma così Lei darebbe ragione all'Islam fanatico, alla forza bruta contro il Logos, e rafforzerebbe i fondamentalisti islamici rispetto alla stessa Chiesa, che si dice fondata sul Logos. Risolva questa contraddizione, papa Ratzinger.

Nico Valerio


Io non voglio l'eutanasia, potrei avere l'eternità? Che differenza passerebbe fra i due momenti? Sempre l'eternità si raggiunge, ma mediante l'eutanasia solo il nulla eterno. Prego credere, non faccio dell'ironia, mi propongo un discorso serissimo.

Celestino Ferraro

 

Mi si permetta di riaprire una pagina dolorosissima di storia recente ovvero quella che riguarda il caso Priebke. Ritengo utile riproporlo brevemente nel suo estrinsecarsi in quanto appare avvolto in un alone di complessità e, per taluni aspetti, di difficoltà d’analisi critica. L’ex Capitano delle SS ha vissuto tranquillamente per cinquant’anni in Argentina, senza mai nascondere la sua identità, facilmente rintracciabile attraverso l’elenco telefonico, conducendo una vita di  piccolo-medio borghese, per finire poi intervistato da una rete televisiva americana che, per conto del centro Simon Wiesenthal, era sulle sue tracce. Quindi il governo italiano in tutti questi anni non gli ha dato mai “la caccia”. E’ ipotizzabile che, per un’amnesia giuridica latente, in Italia (così come dallo stesso Priebke) lo si ritenesse non più giudicabile alla luce della sentenza Kappler del ‘47?  Non solo. Nel premettere di non essere un giurista, vorrei azzardare anche un’altra domanda. Perché all’epoca Priebke non fu processato in contumacia? Si sapeva per certo da fonti Alleate che era vivo e che era riuscito a fuggire in Argentina!

Ma aldilà di ciò, per un certo verso, ci siamo trovati dinanzi ad un caso dal notevole impatto mediatico: nel ’96 il Ministro della Giustizia Flick fu costretto a  scendere in strada per contenere l’ondata di sdegno dopo la Sentenza di primo grado che ne ordinava la scarcerazione. Priebke non si è pentito avendo dovuto, a sentire la difesa, obbedire ad un ordine  superiore e pertanto ineluttabile. All’epoca dei fatti, questo è opportuno ricordarlo, egli era un giovane di  trent’anni prodotto di un regime totalitario  per alcuni versi non lontano da quel fanatismo terroristico di ordine religioso con cui tutt’oggi l’organizzazione mondiale degli Stati si trova a doversi misurare.  L’ex Capo dello Stato Ciampi si disse contrario alla Grazia per detenuti condannati contro crimini di guerra e contro l’umanità. Allo stato attuale  non si conosce l’orientamento, sul caso specifico, del Presidente Napolitano. Oggi utile verrebbe un parere dei famigliari delle vittime delle fosse Ardeatine , di cui conosciamo, ognuno con la sua storia diversa, le ferite psicologiche che  si sono trascinate nel corso degli anni successivi all’eccidio. C’è, comunque, da ricordare  loro, e prima d’ogni cosa, come  il diretto superiore di Priebke, Kappler, anch’egli condannato all’ergastolo, ha scontato (praticamente) tutta la pena in carcere. Si  deve tener conto il fatto che ci troviamo dinanzi ad una persona di 93 anni, e consentirli comunque vada di passare l’ultima parte della sua esistenza nella sua città d’adozione, Bariloche ( oggi è agli arresti domiciliari in Italia) permetterebbe di porre dei paletti fra noi e lui. Permetterebbe di ribadire, oggi più che ieri, con orgoglio la nostra diversità. Non si tratta di mettere una pietra sopra sul passato, di cancellare alcunché dalla memoria. Nessuno vuol far morire l’ idea di libertà, di democrazia e di giustizia. Nelle intenzioni di chi fa un appello al volto umano della civiltà c’è dinanzi solo ed esclusivamente un vecchio.

Valerio Lisi

 

Un nuovo editoriale di Pullia intitolato “Religiosità laica e fondamentalismi” ribadisce alcuni concetti che avevo criticato precedentemente, senza che alcuna risposta o considerazione avesse permesso un qualsiasi sviluppo di dibattito. Io comincio a sospettare che una forma di fondamentalismo e integralismo permei gli atteggiamenti espressi da questo genere di editoriali più che da quelli che dovrebbero esserne i bersagli. Infatti ritrovo frasi che, a mio parere senza alcun fondamento, ribadiscono concetti insultanti nei confronti di una minoranza negletta e bistrattata (quella degli atei), come mai mi sarei aspettato in un contesto come quello radicale. Riportati poi da un dirigente che fa parte del comitato nazionale, in un organo ufficiale come “Notizie Radicali” e quindi con tutti i crismi dell’ufficialità. Pullia dice testualmente:
“Dinanzi all’incursione dei fondamentalismi, nelle loro declinazioni e sfaccettature, non ha senso, però, contrapporre un’altra forma di intolleranza tipica della nostra epoca, e cioè quella del dogmatismo ateo, erede diretto dei medesimi integralismi, esaltatore dello scientismo
positivistico e di una razionalità priva di autoanalisi.”
A quale dogmatismo ateo si riferisce? Di quale integralismo parla? E di quali integralismi erede? E qualche esempio di scientismo positivistico da combattere? E quale sarebbe la razionalità priva di autoanalisi di cui si parla? Devo dire che se i musulmani si offendono per banali vignette o per citazioni papali, se i cristiani si indignano per atteggiamenti che solo
loro sanno riconoscere come blasfemi, coloro che non seguono alcuna religione avrebbero motivi ben più fondati per inalberarsi, leggendo frasi come quelle di Pullia. Che sembra compiacersi nel costruire un “ateismo di paglia” su cui si diverte a sfogare la sua eloquenza senza contraddittorio, senza curarsi dei milioni di atei italiani (e centinaia di milioni nel mondo) che vengono etichettati come “dogmatici scientisti fondamentalisti, positivisti e integralisti” con la leggerezza con cui si dà del cornuto a un automobilista scortese. Coi radicali ho scoperto il significato della parola minoranza attraverso le rivendicazioni di omosessuali e di portatori di handicap, ho scoperto che cosa significa la tolleranza e il rispetto della diversità. E mai mi sarei aspettato di trovare all’interno della realtà radicale un atteggiamento così di parte, una siffatta presunzione nei confronti non tanto di una minoranza quanto di una (apparentemente così considerata) comunità di minorati, un insieme di persone incapaci alla convivenza civile
e indegne della considerazione sociale. L’integralismo, tanto caro al lessico di Pullia, è un atteggiamento dottrinale che, in contrapposizione alle esigenze della tolleranza e della
collaborazione nella vita sociale, afferma l’esigenza prioritaria di realizzare nella società in modo integrale, cioè completo, e senza compromessi, la concezione e i programmi di una data dottrina sociale, politica o religiosa. Io penso si possa riconoscere, dalle sue parole, la dottrina religiosa che muove il signor Pullia. Dottrina che sappiamo (storicamente) indurre verso un atteggiamento integralista. Aspetto ancora di sapere dove egli intraveda l’integralismo degli atei.
Massimo Albertin

 

Le gaffe di questo papato si susseguono una dietro l'altra. A quella presa dal Papa a Ratisbona segue a breve distanza il sostegno alla posizione preconcetta presa dalla chiesa cattolica sull'eutanasia. Senza riguardo alla sua memoria storica negativa, per la quale Papa Giovanni Paolo II° aveva chiesto scusa all'umanità,questo papato chiude qualsiasi spiraglio cattolico alla possibilità di cessare di vivere a  chi soffre in modo tanto atroce da preferire la morte alla vita, interdicendo ai cattolici la possibilità di riguardare il concetto di eutanasia, non impedendola a chi la richiede. Questa è un'atrocità preconcetta a sostegno  di una posizione aleatoria nei riguardi della vita, presa da chi in passato, per diversi secoli, non aveva avuto alcun riguardo per essa,  tanto da dilaniarla con torture atroci prima di annientarla attraverso il ROGO!

Si avvicina, per il Governo, a grandi passi, il problema della " Finanziaria". Il buco lasciato nel bilancio da Tremonti richiede sacrifici non indifferenti da parte di tutti; come, d'altro canto, il rilancio dell'economia ai fini produttivi richiede un aiuto particolare all'impresa. Come salvare " capre e cavoli"? Giusto come intende fare il Governo:penalizzando al massimo l'evasore e gravando la mano nella tassazione su coloro che hanno redditi più alti, Deputati e Senatori inclusi! 

Filippo Galatti

 

Ma Giuliano Amato è troppo sottile per farla grossa con la sua astuzia sorcina. Nell'affaire che riguarda il Senato, a Pannella piace discettare, ma non è il sesso degli angeli in discussione.

Per Pannella l'opinabile non può essere che soggettivo, e non perde occasione per blaterare.

Glielo disse Oscar nella seduta per l'elezione del presidente del Senato: "Si faccia eleggere"...

Celestino Ferraro

 

Vi segnalo che su internet ( http://www.bbc.co.uk/) è disponibile oggi un servizio video sul traffico di organi dai prigionieri giustiziati, "venduti" a pazienti facoltosi bisognosi di trapianto. Ciao a tutti.

Dana Lloyd Thomas

 

Riguardo al testo: "La Frontiera digitale dei diritti" di Marco Perduca mi è piaciuta la proposta che lo Stato acquisti diritti di autori e ne faccia dono ai cittadini rinunciando a farli valere (con apposite licenze tipo http://creativecommons.org/ ) Possibile che nessuno voglia attuare una legge simile? Una commissione di esperti sceglie quali diritti d'autore acquistare tra quelli che gli autori (ovvero gli aventi diritto ) offrono dopo un certo numero di anni di sfruttamento diretto (mettiamo 5 almeno). Lasciare che ci sia un certo periodo di godimento diretto (privato) dei diritti d'autore servirebbe a quantizzare il valore commerciale del diritto stesso...

Passato il periodo iniziale si decide, si pattuisce il prezzo di acquisto e se la commissione statale lo ritiene ragionevole e l'avente diritto lo ritiene equo...lo Stato paga e regala la fruizione dell'opera alla UMANITA'. Non sarebbe anche un modo di aiutare i paesi poveri che

non possono pagare diritti d'autore troppo costosi? Non sarebbe un modo di favorire la diffusione della cultura letteraria italiana e mondiale? Se i possessori dei diritti fossero troppo esosi...rinuncino alla vendita rifiutando l'offerta ma...potrebbero essere certi di non subire MAI gli attacchi della copia illegale ? Inoltre dovrebbero andare avanti anni a racimolare soldi mentre con la vendita allo Stato avrebbero dei soldi SUBITO. Se il prezzo fosse ritenuto "giusto" da entrambi le parti non sarebbe un bene per tutti ma proprio per tutti TUTTI... umanità inclusa? Amike

Giampaolo Bottoni



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