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Risoluzione del Consiglio di Sicurezza sul Darfur

Roma, 31 luglio 2004

• Dichiarazione di Emma Bonino

"Dopo mesi di mobilitazione internazionale perché venisse seriamente presa in esame la tragedia del Darfur, che ha causato dai 15.000 ai 30.000 morti e più di un milione di sfollati, ieri il Consiglio di Sicurezza si è espresso attraverso una risoluzione di condanna nei confronti del Sudan.
Già due mesi fa con forza avevamo richiamato l'attenzione della comunità internazionale e dell'Onu su questa che è la peggiore tragedia umanitaria del momento, e con l'associazione Non c'è Pace Senza Giustizia avevamo anche sottolineato la possibilità per la Corte Penale Internazionale, sollecitata dallo stesso Consiglio di Sicurezza, di avviare le indagini sulle responsabilità dei massacri in corso.
Devo constatare con rammarico, quindi, che la risoluzione, a un anno e tre mesi di distanza dall'inizio della tragedia, concede al Sudan altri trenta giorni prima di prendere in considerazione delle misure a livello internazionale, quando si è visto che il governo di Kartoum non ha ancora fatto nulla di quanto stabilito dall'accordo preso con il Segretario generale delle Nazioni Unite lo scorso 3 luglio, con il quale si impegnava al disarmo delle milizie Janjawid.
Per anni con Non c'è Pace Senza Giustizia noi radicali ci siamo battuti per una giustizia internazionale che assicurasse alla giustizia coloro che si macchiano dei crimini più atroci. Questa è l'occasione buona per attivare, anche da parte di coloro che continuano ad esprimere riserve su questo insostituibile strumento, i meccanismi che consentono di poter procedere anche se uno Stato non ha ratificato lo Statuto istitutivo della Corte.
Mi auguro che alla luce di questa seppur tardiva risoluzione i governi, le Nazioni Unite e la comunità internazionale si preparino ad organizzare una presenza forte ed autorevole in Sudan e che non si rinunci ancora una volta a perseguire i responsabili dei crimini commessi in Darfur."



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