Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 28 mar. 2024
  cerca in archivio   COMUNICATI
Regione Piemonte/Statuto: Radicali “obbligato il voto contrario ad uno statuto mediocre e rinunciatario”
Palma: “Questo statuto non e’ “costituente” di nulla, se non di una nuova partitocrazia regionale: patetica la proibizione del referendum in materia elettorale”

Torino, 6 agosto 2004

In merito al nuovo Statuto della Regione Piemonte, approvato questa notte in prima lettura dal Consiglio Regionale, il capogruppo radicale Carmelo Palma ha dichiarato:

"Il nuovo Statuto Regionale si qualifica come un tentativo riuscito di "normalizzazione" politica e istituzionale. Rispetto allo Statuto del ‘70 è stato semplicemente aggiornato e quindi consolidato l’impianto di un assetto istituzionale partitocratrico, suggellato dalla conferma di un sistema elettorale proporzionalistico. Sul piano della forma di governo, delle relazioni istituzionali fra esecutivo e legislativo, del "federalismo interno" - cioè del rapporto fra Regione e enti locali - e del rapporto fra cittadini e potere pubblico, si è confermata la logica - davvero perniciosa e proprio da "Prima Repubblica" - secondo la quale le istituzioni coincidono con i partiti che le "abitano" e la societĂ  non è rappresentata dall’insieme dei cittadini con i loro diritti e le loro libertĂ , ma dall’insieme di organizzazioni sociali e corpi intermedi, con le loro prerogative ed i loro poteri.

Se brutte sono le soluzioni che lo Statuto ha dato ad alcuni problemi, ancora peggiori sono le "non soluzioni" di nodi che si sarebbero potuti affrontare solo con un diverso e maggiore coraggio politico. Bastino alcuni esempi. Sul potere regolamentare, aritmeticamente ripartito fra Giunta e Consiglio, si è consumata una mediazione al ribasso, che non accresce la responsabilitĂ  della giunta, ma in compenso accresce la capacitĂ  di interdizione del legislativo rispetto ad un potere amministrativo che rientra naturalmente nella sfera del Governo. Sugli organismi di garanzia, non si è costituito alcun organo capace di dirimere le controversie ed i possibili conflitti di attribuzione fra Giunta e consiglio e soprattutto fra Regione e enti locali. Sui vincoli della politica di bilancio - indispensabili per impedire l’esplosione della spesa locale ed il costo del suo finanziamento - si è deciso di lasciare interamente aperta la partita politica e di evitare accuratamente qualunque disciplina normativa cogente. Sulle partecipazioni societarie non si è inserito alcun limite all’intervento, non solo costoso ma dannoso, della regione in enti economici. Sul diritto di partecipazione si è di fatto cancellata la praticabilitĂ  dello strumento referendario, che può essere attivato con un numero di firme (60.000) proporzionalmente doppie rispetto a quelle previste sul piano nazionale, limitatamente ad un numero molto ristretto di materie. Il fatto poi che la legge elettorale sia stata dichiarata non "referendabile" è semplicemente patetico, se si pensa che a deciderlo sono stati partiti (dai DS a AN) che sui referendum elettorali nazionali hanno costruito nello scorso decennio una parte della propria credibilitĂ  politica.

Non è stato quindi difficile ma in qualche modo obbligato il nostro voto contrario ad uno Statuto non "costituente" di nulla, se non di una nuova partitocrazia regionale".



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail