Siamo nettamente contrari all’ipotesi, che sembra divenire ormai consistente, che il quattro ottobre, ricorrenza di Francesco d’Assisi, ridiventi festività nazionale. Se ciò avvenisse si renderebbe, prima di tutto, una gravissima offesa alla vicenda storica di un uomo, come appunto Francesco, la cui alta, vibrante, religiosità non ha nulla da spartire con la mercificazione voluta da coloro che se ne sono dichiarati eredi e dalla stessa Chiesa cattolica. E’ compito di ogni autentico credente salvare Francesco dall’impostura e dalla strumentalizzazione di chi vorrebbe sfruttarne il nome e l’insegnamento per scopi estranei ad una sincera spiritualità. La proposta, che vede tra i primi firmatari l’onorevole diessino Giulietti e che risulta fortemente caldeggiata dalla diessina Maria Rita Lorenzetti, presidente della Regione dell’Umbria, non solo non costituisce un omaggio alla figura di un testimone di verità il cui dettato con il passare dei secoli si conferma sempre più straordinario e universale, ma è espressione di pedissequo ossequio ad una volontà concordataria e coercitiva che, nei fatti, è negazione del più puro sentimento religioso. E’ giusto che il quattro ottobre si caratterizzi come una giornata di confronto, di dialogo interreligioso e anche di seria riflessione sui crimini commessi ogniqualvolta la religione sia stata utilizzata come pretesto per affari e poteri mondani. Proprio perché dev’essere un’occasione di crescita interiore, il quattro ottobre non può essere istituzionalizzato e banalizzato. La vita e il messaggio di Francesco d’Assisi parlano con estrema chiarezza rifiutando ogni tipo di indebita fagocitazione.

Francesco Pullia
Circolo radicale "Ernesto Rossi", Terni

Andrea Maori
Centro d’iniziativa radicale, Perugia