Dichiarazione di Daniele Capezzone, segretario di Radicali italiani
Dopo le rivelazioni de "L’Espresso", la nostra lettera aperta a "L’UnitĂ " e l’editoriale di "Avvenire", si impone una parola chiara da parte dei vertici dei Democratici di Sinistra
Nella politica, non si possono recitare tutte le parti in commedia. Non si può far finta di essere referendari, e contemporaneamente operare per il sabotaggio della campagna.
Da mesi, i vertici dei Ds non firmano il referendum (e poi i referendum) sulla fecondazione; diffondono notizie inesatte perfino sul numero dei quesiti; lasciano che esponenti del partito aderiscano (e a loro va il mio particolare ringraziamento), ma solo a titolo personale. Nel frattempo, i giorni passano; l’altro Comitato (quello comune) resta deserto (a parte la presenza radicale); e le firme non si vedono.
Per giunta, dopo le rivelazioni de L’Espresso (con Fassino che avrebbe assicurato ad un alto esponente della Conferenza episcopale, il vescovo Betori, che l’impegno del partito sarĂ "contenuto"), giunge l’editoriale di oggi di "Avvenire", che, oltre ai consueti insulti nei confronti dei radicali, pone un vero e proprio "aut aut" ai diessini.
Come ho fatto, insieme alla tesoriera di Radicali italiani Rita Bernardini e al segretario dell’Associazione Luca Coscioni Marco Cappato, indirizzando una lettera aperta a "L’UnitĂ ", torno a chiedere al segretario dei Ds di dire parole chiare, di pronunciarsi con chiarezza.
SarĂ un buon modo di onorare l’impegno dei militanti ed elettori di centrosinistra che hanno firmato in gran numero, e che -quando sono informati- si sforzano anche di consentire ad altri di firmare. La domanda c’è, e attende -se possibile- una risposta. Grazie.