Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 18 mag. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Caino alla corte dell'Onu

• da Left Avvenimenti del 12 gennaio 2007, pag. 56

di Marco Cappato

La condanna a morte di Saddam rischia di incen­diare ancor di più l'Iraq e il Vicino Oriente, Ma allo stesso tempo le immagini raccapriccianti, e le conseguenti emozioni generate nell'opinione pub­blica, fanno sì che la vox populi in questo momento possa veramente pesare sullo scenario internazionale, rendendo a portata di mano un obiettivo storico quale quello della moratoria delle esecuzioni capitali. Sull'e­secuzione di Saddam Hussein, sulla moratoria delle esecuzioni capitali, sull'abolizione della pena di mor­te, i cittadini e il governo hanno infatti potuto e saputo riconoscere - in particolare grazie allo sciopero della fame e della sete di Marco Pannella - una iniziativa non ideologica, ma ideale, pragmatica ed efficace. Un'iniziativa che il Partito radicale nonviolento e Nes­suno tocchi Caino hanno avviato nel 1993, quando si decise di ricordare che nella Bibbia non c'è scritto sola­mente «occhio per occhio, dente per dente», ma anche che «il Signore pose su Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato». In vista dell'auspicata abolizione della pena di morte, la moratoria si rivela ad oggi co­me l'unica via ragionevolmente pragmatica da percorrere.

 

Una via che già storicamente ha con­sentito a molti Stati di guadagnare il tempo necessario per cambiare le leggi e giungere all'abolizione completa, come accaduto in molti Paesi dell'Est europeo e in Sudafrica.Per la prima volta nel 1994, proprio su input radicale, il governo italiano presentò una risoluzione all'Assemblea generale dell'Onu che fu bocciata per otto voti. Dal 1997, ancora su iniziativa italiana, la commissione dell'Orni peri Di­ritti Umani ha approvato ogni anno una risoluzione per chiedere «una moratoria delle esecuzioni capitali, in vista della completa abolizione della pena di mor­te». Oggi chiediamo che questa iniziativa di governo della realtà sia fatta propria anche dal Governo, con la "G" maiuscola. Per almeno due ragioni concrete. La prima: i numeri all'Onu sono cambiati. Se nel 1993 i Paesi che mantenevano la pena di morte erano 97, og­gi sono 52. Un eventuale voto su un testo di risoluzione promoratoria vedrebbe tra i 97 e i 105 Stati favorevo­li, gli astenuti tra 19 e 27, con 61 o al massimo 68 Paesi contrari. Questa previsione è stata elaborata da Nessu­no tocchi Caino, partendo dal fatto che sono stati 92 i Paesi che hanno cosponsorizzato il testo della risolu­zione approvata dalla commissio­ne Diritti Umani di Ginevra. A questi 92 ne vanno aggiunti altri cinque: il Montenegro e altri quat­tro Stati che, pur non avendo co­sponsorizzato il testo, hanno vo­tato a suo favore. La seconda ra­gione è quella di aiutare il potere italiano a rispettare la propria le­galità. Solo nel 2006 il Parlamen­to, già per due volte, si è pronun­ciato quasi all'unanimità in favore di una moratoria delle esecuzio­ni.Cogliendo una convinzione dif­fusa in molta parte della popola­zione e quindi impegnandosi in maniera formale e concreta a promuovere una risoluzione per la moratoria universale, il governo e le istituzioni italiane hanno un'ot­tima occasione per concepire e realizzare una politica estera con­cretamente fautrice di pace e de­mocrazia. 

NOTE


'deputato europeo radicale e segretario della associazione Luca Coscioni


IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail