Non è stata una norÂmale maratona. Quella che ieri Sky Tg24 ha dedicato alla «GiornaÂta per la libertà di ricerca» dei radiÂcali è stata semplicemente: la Giornata dei Radicali. Con la granÂde gioia di Massimo Bordin, che ieÂri mattina da Radio Radicale non ha esitato a dichiarare: «Per fortuÂna esiste un editore come MurdoÂch». Sono state dodici ore di programmi no-stop. Una raffica di diÂbattiti, collegamenti, interviste: tutto per ribadire la libertà di riÂcerca scientifica. Tutto per asseriÂre che in tema di etica la laicità ha il diritto su ogni cosa. Anche sulla Chiesa. Soprattutto sulla Chiesa.
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E' stato l'anniversario della morÂte di Luca Coscioni a far partire questa iniziativa: il 20 febbraio del 2006, il giovane radicale Luca laÂsciava questa terra, sopraffatto dalla sua malattia, progressiva e senza scampi. E ieri sua moglie Maria Antonietta era ancora lì, in prima fila, a testimoniare che la battaglia di etica civile che aveva preceduto quella morte era tutt'al-tro che finita con il corpo di suo marito.
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Maria Antonietta era in prima fiÂla nei programmi televisivi. Ma anÂche nella conferenza che nel pomeriggio Marco Cappato ha organizÂzato nella sala stampa del Senato per rilanciare un dibattito a voce alta. Molto alta. E non solo perché ci ha pensato Antonio del PenniÂno, senatore di Forza Italia, ad alÂzare il tiro sulla legge 40: «La prosÂsima settimana verrà presentata una proposta di modifica della legÂge 40: il Parlamento può interveniÂre per cambiare ciò che il referenÂdum non ha abrogato». Ma nemÂmeno (e non soltanto) perché a questo annuncio si è unito un coro bipartisan che andava dalla diessina Vittoria Franco ad Antonio Paravia, senatore di An.
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In realtà ci ha pensato il senatoÂre dell'Ulivo Furio Colombo a getÂtare il vero sasso nello stagno. L'ex-direttore dell'Unità si è seduÂto sul palco della sala stampa quando ormai la conferenza stava scemando. E anche lui, come del resto tutti i relatori, ha dissertato sull'importanza della battaglia portata avanti dai radicali in mateÂria di etica e di libertà di ricerca scientifica, e non bisogna dimentiÂcare che Luca Coscioni è morto combattendo per l'uso nella ricerÂca delle cellule staminali. Poi ha cambiato discorso. O quasi.
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Perché in realtà in tutti i discorÂsi c'era sempre stato, più o meno diretto, un attacco alle ingerenze della Chiesa e del Vaticano nelle questioni etiche dello Stato, in geÂnerale. Furio Colombo, invece, ha mirato con precisione, scegliendo il tema caldo: i Dico. Ha detto CoÂlombo: «Le direttive vincolanti che arrivano dalla Chiesa sono molto simili al fondamentalismo islamico. Quel fondamentalismo che dice che non c'è nessuna diffeÂrenza tra azione politica e azione religiosa. Quel fondamentalismo che noi combattiamo e che riteniaÂmo pericoloso». E il riferimento alÂla direttiva per i cattolici annunÂciata dal cardinal Camillo Ruini per il voto sui Dico appariva fin troppo evidente. La sala a quelÂl'ora era svuotata. E le telecamere della televisione spente.
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Si sarebbero riaccese altrove, per proseguire la diretta che Sky ha cominciato a mezzogiorno e fiÂnito a mezzanotte e che ha riempiÂto di gioia Marco Cappato. «RinÂgrazio davvero Sky perché si può permettere maggiore libertà nel trattare questi temi che sono proÂfondamente sentiti nella società italiana».