Piergiorgio Welby non fu «avvelenato» dalÂla sedazione praticatagli dall'anestesista Mario Riccio nella notte tra il 20 e il 21 dicembre scorÂso, quando Io stesso meÂdico staccò 0 respiratore che lo teneva in vita.
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Dopo «l'assoluzione» dell'Ordine dei Medici di Cremona, che il 1 febbraÂio scorso giudicarono deÂontologicamente corretÂto il suo operato, ieri è giunta per il dottor RicÂcio anche quella dei conÂsulenti delÂla Procura di Roma. Il procuratore GiovanÂni Ferrara e il pm GuÂstavo De Marinis avevano chiesto a un pool di esperti, tra i quali la tossicologa Federica Umani RonÂchi, di stabilire se la dose di benzodiazepina (un sedativo), fatta scorrere in una flebo nelle vene di Welby, avesse in qualÂche modo determinato, o meglio fosse stata conÂcausa, del decesso del paÂziente - diventato nei mesi scorsi simbolo della battaglia dei Radicali Italiani, e dell'Associazione Luca Coscioni - sulla auÂtodeterminazione e sulla scelta di interrompere o meno una terapia, anche salvavita, come la ventilaÂzione assistita da una macchina.
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Dopo la morte di WelÂby la Procura aveva aperÂto un fascicolo «atti relaÂtivi» nel quale era anche confluita la denuncia del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga contro Mario RicÂcio nel quale si ipotizzaÂva il reato di «omicidio del consenziente». In baÂse alle risultanze dell'esaÂme tossicologico, ora i pm di piazzale Clodio si apprestano a chiedere un'archiviazione della posizione sia di Riccio sia di quella del segretaÂrio dell'associazione Luca Coscioni che aveva chiamato al capezzale di Welby l'anestesista.
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La Procura di Roma già nello scorso mese di dicembre si era pronunciaÂta sul caso WelÂby: prima del decesso del paziente, il proÂcuratore FerraÂra e i pm SalvaÂtore Vitello e Maria Francesca Loy avevaÂno dato parere favorevole al ricorso col quaÂle Welby chieÂdeva la possibilità di interrompere la ventilazioÂne assistita. Di parere opÂposto fu invece il provveÂdimento del giudice civiÂle Angela Salvio che neÂgò a Welby, sottolineanÂdo una carenza di legislaÂzione, il diritto di interÂrompere le cure.
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«Abbiamo condotto, insieme all'Associazione Luca Coscioni e agli amiÂci Radicali - ha detto il dottor Mario Riccio - il nostro impegno per perÂcorrere la strada della leÂgalità . Attendo il parere della Procura di Roma, ma se fosse confermato l'esito della perizia, saÂrebbe un'attesa e sperata conclusione. Una conÂferma della via legale perÂcorsa, nel rispetto della volontà del paziente di sospendere le cure».
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