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L' amor civile, l'amor liquido e l'amour fou ai tempi della "non famiglia"
I PROFESSORI DELL’ORGOGLIO LAICO A CONVEGNO A ROMA/2

• da Il Foglio del 10 maggio 2007, pag. 2

di Marianna Rizzini

Roma. I ghiacciai si sciolgono e anche la famiglia non è più quella di un tempo. E menomale, “perché ora possiamo curarla”, dice Enrichetta Buchii, filosofa, psicoanalista,docente universitaria e ospite del convegno”Il mito della famiglia naturale, la rivoluzione dell’amore civile” (il 12 maggio dalle10 alle 16 nella Sala delle conferenze di piazza Montecitorio, a Roma). Trattasi del momento speculativo delle due giornate di Orgoglio laico organizzate da Radicali, Sdi, Rosa nel pugno e Associazione Coscioni. Trattasi dell’esposizione delle teorie che stanno alla base del concetto di ‘rivoluzione dell’amor civile”, antidoto all’amour fou e soprattutto al suo prodotto, la famiglia borghese, “invenzione dell’Ottocento”, dice la professoressa Buchli, che con il suo libro “Il mito dell’amore fatale” (Baldini e Castoldi ed.) ha ispirato il titolo del convegno.

 

Al simposio di sociologi. storici, psicologi, giuristi, politici e filosofi si certificherà prima di tutto lo “stato di malattia” del modello di famiglia tradizionale, con la benedizione e (forse) il videomessaggio di Anthony Giddens, ex direttore della London School of Economics ed ex consigliere di Tony Blair. E’ stato Giddens, infatti, nel libro “La trasformazione dell’intimità”, a parlare di famiglia borghese nata per ragioni economiche. E’ stato Giddens — spiega nella scheda informativa il radicale Diego Galli — a parlare di sostituzione tra legami tradizionali e “relazione pura”, intendendo con ciò “un rapporto basato sulla comunicazione emozionale, in cui i vantaggi derivanti datale comunicazione sono il presupposto perché il rapporto continui”. Ed è stato sempre Giddens a dire: il fondamento dei legami affettivi non è più la riproduzione o la famiglia come formazione naturale e “obbligata”.

 

Il fondamento non è più la riproduzione:hai detto niente. Il convegno si propone di riordinare le idee di fronte al nuovo che è già avanzato. Bisogna discutere di nuovi modi di stare in relazione, scrive Enrico Gheli, sociologo: “La crisi della coppia e della famiglia può essere considerata una crisi di crescita grazie alla quale le relazioni interpersonali stanno evolvendo dallo stadio infantile”. Bisogna occuparsi di “diverse normalità”, scrive la professoressa Laura Fruggeri.

 

Se, per esempio, si definiscono anormali i “Lat”, le coppie che vivono “apart together”, insieme ma in case separate, dice Fruggeri, si penalizzano anche le “famiglie nucleari, relegate nell’area della naturalità, in cui tutto viene dato per scontato”.

 

Sono stati i contraccettivi, ancor prima dell’ aborto, a rompere l’ordine naturale, ad avviare lo scontro tra “concezione della sacralità della vita e concezione della qualità della vita”, spiega il dossier introduttivo di Galli. E visto che nel giorno dell’orgoglio laico si celebrano gli anni di Cristo (33) compiuti dalla vittoria nella battaglia per il divorzio del 1974, il convegno partità dalla famiglia che in un certo senso è già “altra famiglia”.

 

“Il modello tradizionale e la tirannia della relazione privata”, dice Buchli, “si sconfiggono con l’interiorizzazione del concetto di democrazia anche riguardo al personale”.

 

Insomma, spiega la professoressa, la cura è la “contrattazione”, termine a prima vista inapplicabile alla relazione amorosa, refrattaria a farsi sedare da una diplomazia con casco blu”. Per Buchli invece funziona. E non porta al libertinismo: “L’amore civile non è l’amore liquido, fragile, di cui parla il filosofo Zygmunt Bauman. E’ responsabilità”.

 

La politica c’è al convegno, ma vorrebbe fare un passo avanti rispetto alle discussioni incarognite. Marco Cappato, parlamentare europeo radicale e segretario dell’Associazione Luca Coscioni, dice che il convegno è diretto a superare “la sclerotizzazione del dibattito”, ormai incancrenito “sul piano dei’diritti delle minoranze’ e sulla dicotomia tra modello di famiglia imposto dallo stato e modelli anti-tradizione. Invece noi vogliamo parlare a tutti di tutti. Noi cerchiamo in questa sede la compattezza su una soluzione legislativa. Parliamo del rischio che ciascuno si assume, qualsiasi sia la sua scelta”.

 

Marco Pannella interverrà nel corso dei lavori a ora incognita. Sua, però, è la frase d’antan (1975) che accompagna la mostra fotografica delle giornate di Orgoglio laico: “I problemi quotidiani di ognuno di noi hanno la preminenza su tutti gli altri, ed ecco perché parliamo di amore, di sessualità, di masturbazione, di divorzio e di aborto come aspetti politici dell’ individuo… Abbiamo capovolto tutto. Il massimo dell’efficientismo è proprio essere disordinati, per impedire la formazione di ruoli gerarchici. E questo anche nella famiglia, nella coppia, nell’amore”.



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