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Lettere / Sul testamento biologico i liberali non possono stare nell'ambiguità

• da Europa del 22 giugno 2007, pag. 9

di Federico Orlando

Cara Europa, vedo in casa di amici un invito dell'onorevole Stefano De Luca, segretario di un Partito liberale italiano che fa parte dei blocco berlusconiano, al congres­so che detto partito terrà a Roma in questo fine settimana. Ho provato a scorrere l'ordine del giorno, ma non vi ho trovato alcun accenno ai problemi bioetici, che sono la nuova frontiera del liberalismo nel terzo millennio. Di cosa pensano, allora, di dover parlare? DÌ storia antica d'Italia e d'Europa?

Alberto Di Sio, Roma

 

Risponde Federico Orlando: Caro Di Sio, grazie allo sfascio della prima repubblica e al maggioritario, tutti i partiti hanno subito un sano processo elettrolitico che ha diviso i loro aderenti fra quelli di destra e quelli di sinistra. Per i liberali di destra non so, per quelli di sinistra (dei quali faccio parte) i temi bioetici sono appunto una frontiera del terzo millennio. Senza un generale avanzamento nella scienza e nelle sue applicazioni e implicazioni (etiche e materiali), la nostra democrazia va al falli­mento economico e politico. Non so cosa legga in questi giorni l'on. De Luca, io ho letto il suggestivo viaggio ai confini della vita, in­titolato Vite sospese, compiuto dalla collega del Tgl Adriana Pannitteri (editore Aliberti), che evoca i casi Welby, Nuvoli, Nardi, Eluana, e fa parlare dei proble­mi del "fine vita" personalità di diversissimo orienta­mento, Zagrebelsky, Homberg, Casavola, Marino, Binetti, Cappato e il medico Mario Riccio che eseguì la volontà di Welby affinchè non si infierisse più sul suo corpo tormentato. Leggo anche, su queste e più vaste tematiche, il grosso volume dell'editore Cooper Atti del congresso mondiale per la libertà di ricerca scien­tifica, con introduzioni dello stesso Marco Cappato, di Piergiorgio Strata e di Gilberto Corbellini. Il con­gresso s'era svolto, a cura della Fondazione Luca Coscioni in Campidoglio dal 16 al 18 febbraio 2006. Non per insolentire l'amico De Luca e i suoi "liberal-liberisti", ma se fossero interessati a conoscere questi Atti, che sono in distribuzione gratuita, potrebbero farne richiesta all'Associazione, in via di Torre Argen­tina, Roma. E forse potrebbero chiedere a Berlusconi e ai berlusconidi di occuparsene e non pensare solo a Palazzo Chigi.

 

Quanto a noi liberali di sinistra, vale quel che hanno scritto ieri sul Riformista i senatori D'Amico e Zanone: il Partito democratico non può essere ambiguo sui temi etici, deve ricordarsi che il maggioritario ha di­viso i clerico-moderati (a destra) e i cattolici-liberali (a sinistra), e che nessun liberale accetterà mai che «altri possano decidere cosa è bene per il singolo individuo più di quanto egli stesso possa fare». A cominciare dal testamento biologico.

 



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