Il 24 giugno, alle ore 23 e 30 su Rai Tre è stato trasmesso "Mare dentro" film che descrive la vita di Ramón Sampedro, tetraplegico suicidatosi dopo aver difeso daÂvanti ai tribunali i sui diritti di liÂbertà di scelta.
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In Spagna ha ottenuto, un diÂscreto successo di critica e di pubblico essendo considerato un film impegnato ma gradevole, lo scopo è semplicemente descriÂvere la storia di un "eroe civile" e della sua battaglia per riflettere sul tema.
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In Italia, pur essendo la questione "eutanasia-testaÂmento biologico" di attualità , è stato penalizzato esÂsendo trasmesso in un momento di scarsa visibilità , senza considerarne l'aspetto profondo e senza che vi fosse alcun seguito dì discussione sul tema, di cui atÂtualmente si sta occupando il Parlamento. Questa scelta, non casuale ma significativa della Rai, ha geneÂrato forti reazioni, in particolare Francesco Corbisiero (blogger) e Mina Welby, moglie di Piergiorgio ed espoÂnente dell'Associazione Luca Coscioni hanno inviato alla Rai una protesta per la censura operata. Questi chiedono ai vertici aziendali come mai "lo struÂmento televisivo, tenendo sempre ben presente la sua enorme forza di comunicazione, possa non tenere in considerazione importanti iniziative in campo umano e civile?"
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In particolare stupisce che il servizio pubblico, la cui voÂcazione dovrebbe essere informare su ciò che succede ed approfondire un tema attuale e dibattuto, abbia reÂlegato questo film sull'impegno civile in "fasce orarie poco accessibili ad un vasto pubblico". Il film tratta dell'impegno di Ramón Sampedro per otÂtenere il riconoscimento del suo diritti di scegliere liberamente le cure a cui sottoporsi e al possibilità dì avere una "morte dignitosa" sebbene il tema fosse forte, la siÂtuazione descritta non poteva turbare nessuno non esÂsendoci scene cruente e pertanto non arrecava disturbo alla sensibilità dei soggetti più deboli. Certamente tale scelta non è casuale o frutto di esiÂgenze di palinsesto, bensì notano gli autori della lettera, è un sentore che "si vuole oscurare" la "battaglia civile sulla liÂbertà e sul diritto dei malati terminali relativamente l'applicaÂzione delle cure medico-sanitarie alle quali sottoporsi". Proseguono affermando che queÂsto è un "segnale che non può laÂsciarci indifferenti davanti all'immobilismo dei vertici poliÂtici di fronte all'opinione pubÂblica, alla società civile che vuole sapere e alla quale non si può dire di no" l'azione non è solo critica e rivolta al passato ma soprattutto è auspico che in "in fuÂturo possano aprirsi finestre e iniziative di dibattito, luoÂghi e programmi nuovi di confronto e libera circolazione di idee e pensieri".
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I promotori, attraverso una frase di Einstein "la mente è come un paracadute: funziona bene solo se si apre" chieÂdono che la Tv incentivi il porsi domande e riflettere poiché "l'intelletto dì cui siamo dotati non va messo in soffitta, o peggio lasciato sul comodino". Questo evento dimostra ancora una volta come la Tv patristicamente si erge troppo spesso a censore delle informazioni e dell'intelligenza umana e civile negando agli utenti la loro capacità di conoscere per deliberare. Nessuno chiede che il film in oggetto fosse presentato come unica via da seguire, ma sarebbe stato opportuno inserirlo nei "film dossier" in modo da fornirle una congrua analisi.
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La protesta in oggetto ha oltrepassato i confini della rete e secondo indiscrezioni si appresta a varcare i conÂfini delle aule parlamentari: infatti è provabile che atÂtraverso i deputati della Rosa nel Pugno possa arrivare in commissione di vigilanza Rai un'inchiesta relativa ai diÂversi, e troppi, casi in cui con motivazioni aziendali si giustificano censure volte a non mostrare l'impegno per l'incremento dei diritti civili e per le iniziative laiche. L'antipatia della Tv per tali iniziative non è certo una noÂvità , fortunatamente oggi grazie alle nuove tecnologie, siti, blog forum...posso criticare tali scelte e far sentire la toro voce per chiedere più "democrazia televisiva" ove il palinsesto non sia vincolato dalle associazioni di consuÂmatori fortemente religiose.