Onorevole ministro Livia Turco, il 4 aprile 1997 è stata firmata a Oviedo la «ConvenÂzione per la protezione dei diÂritti dell'uomo e la dignità delÂl'essere umano riguardo alla applicazione della biologia e della medicina» (Convenzione sui diritti umani e sulla biomeÂdicina) che è entrata in vigore il 1 dicembre 1999, avendo raggiunto le firme minime necessarie previste dall'articolo 33 della Convenzione stessa.
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Il parlamento italiano ha approvato le legge di ratifica della Convenzione che è stata promulgata il 28 marzo 2001 (1.145/2001). Con l'articolo 3 della detta legge di ratifica si delegava il governo ad adotÂtare, entro sei mesi dall'entraÂta in vigore della legge, uno o più decreti legislativi occorÂrenti per l'adattamento delÂl'ordinamento giuridico itaÂliano ai principi e alla norme della Convenzione, e si impeÂgnava il governo a trasmetteÂre gli schemi dei decreti legiÂslativi alle competenti comÂmissioni permanenti di CaÂmera e Senato perché espriÂmessero un parere entro il termine di quaranta giorni. I decreti delegati non sono staÂti adottati entro il termine previsto e la legge 6 gennaio 2003, n. 3 all'articolo 49 aveva spostato il termine di presenÂtazione del decreto al 31 luÂglio 2003, ma anche entro tale termine i decreti delegati non sono stati emanati. Inoltre l'IÂtalia non ha proceduto al deÂposito presso 0 segretario geÂnerale del Consiglio d'EuroÂpa del documento di ratifica. In questa legislatura, il governo è stato nuovamente delegato ad adottare, entro il 31 luglio 2007, uno o più deÂcreti legislativi recanti ulteÂriori disposizioni occorrenti per l'adattamento dell'ordinamento giuridico italiano ai principi e alle norme della Convenzione sui diritti delÂl'uomo e sulla biomedicina, nonché del Protocollo addizionale del 12 gennaio 1998, ratificato ai sensi della legge 28 marzo 2001, n. 145.
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Come ella stessa ha detto, è un atto dovuto del nostro governo emanare il prima possibile i decreti attuativi, sottolineando quanto sia graÂve che «dal 2001 la delega sia stata lasciata decadere». Per questo motivo le chiediamo, sicuri della sua convinzione, che il termine del 31 luglio sia rispettato così da permettere alla Convenzione di far valeÂre la sua incontestata vigenza, come già avvenuto in molÂti paesi europei.
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L'applicazione della Convezione di Oviedo che conÂtiene già norme fondamentaÂli, come il riconoscimento del testamento biologico, il no all'accanimento terapeutico e la regolamentazione del consenso informato - rimasto troppo spesso lettera morta o atto formale non compreso da chi si deve sottoporre a un trattamento, nonostante il positivo parere ripetutamen-te espresso dalla Suprema Corte di Cassazione rapÂpresenterebbe per il nostro Paese un atto di civiltà .
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La Convenzione stabilisce che il consenso libero e inforÂmato del paziente all'atto meÂdico non vada considerato soÂlo sotto il profilo della liceità del trattamento, ma debba esÂsere considerato prima di tutÂto come un vero e proprio diÂritto fondamentale del cittadiÂno europeo, che riguarda il più generale diritto alla integrità , alla libertà e alla dignità della persona. In altre parole nell'articolo 5 della Convenzione si afferma che il dissenso da parte del paziente è vincolante per il medico; ove il paziente non sia autonomo il medico fa riferimento a eventuali direttiÂve anticipate manifestate priÂma di perdere la capacità di esprimere le proprie volontà (articolo 9). Nel caso di minoÂrenni o di incapaci vale la volontà di chi esercita la tutela, salvo che non sia pregiudiziale alla salute del paziente: in tal caso sarà il medico che decide in scienza e coscienza. Inoltre lo stesso codice di deontologia medica del dicembre 2006 ha reso obbligatorie le previsioni più avanzate della ConvenzioÂne di Oviedo, stabilendo che il dissenso del paziente non può mai essere sopraffatto. Quindi il documento rappresenta seÂcondo il giudizio dei bioeticisti e degli organi sanitari un punÂto di riferimento importante.
Poiché la sua adesione a questi principi è emersa chiaÂramente, confidiamo nella sua coerente passione su queÂsti temi, che non possono esÂsere ulteriormente trascurati con enorme danno per il preÂstigio del nostro Paese e per la piena affermazione dei diÂritti della persona sanciti dalla Costituzione.
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Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni ed eurodeputato raÂdicale, Piergiorgio Strata, copresidente dell'Associazione Luca Coscioni, Mauro Barni, presidente della Commissione di Bioetica della Regione ToÂscana, Maria Antonietta Coscioni, copresidente dell'Associazione Luca Coscioni, GiuÂlia Simi, vicesegretario dell'Associazione Luca Coscioni